“Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante ci tiene a farsi capire.
Farà, perciò, tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile.
Niente è più facile dello scrivere difficile”
Orazio
Millenni fa gli uomini comunicavano attraverso gesti che gradualmente hanno ceduto il posto alla lingua parlata. Man mano che la società diventava più complessa, la memoria collettiva del gruppo non bastava più per tramandare oralmente tutte le cose importanti. Era necessario avere una memoria al di fuori dell’oralità. “In questo modo la crescita della ‘comunicazione’ portò alle ‘comunicazioni’, allo sviluppo dei media per conservare e riutilizzare il crescente volume di informazioni” (Crowley – Heyer, 1995). Con la civiltà dei Sumeri e degli Egiziani nacque la scrittura. L’invenzione della scrittura è insieme la causa di nuove grandi civiltà e l’effetto di antiche. Quando si parla di società della comunicazione, non si può non citare il lavoro dello storico Harold Innis (1894-1952) che ruota attorno ad alcuni concetti chiave. I più importanti sono legati allo spazio e al tempo. Le civiltà più antiche, sostiene Innis, hanno un orientamento culturale che è di tipo spaziale o temporale. A seconda della natura del medium dominante usato da una civiltà, l’orientamento culturale di quella civiltà cambia. Marshall McLuhan ha sviluppato la sua nozione di media freddi e caldi proprio a partire dagli studi di Innis.
Alla fine del sec. XIX, grazie alla diffusione del telegrafo e del telefono, i messaggi venivano distribuiti molto più velocemente, più facilmente e più lontano di quanto non fosse possibile nel passato. D’altro canto la transizione da un’economia agricola a una di tipo industriale aveva favorito l’urbanizzazione e quindi la nascita della ‘società di massa’. Gli ultimi decenni del sec. XIX, videro lo sviluppo di alcune invenzioni molto importanti, tutte legate al mondo dei trasporti. Nei primi decenni del sec. XX il fotogiornalismo godeva ormai di una grandissima fama. La natura stessa del giornalismo ne risultò modificata. Poter vedere la foto di un disastro aumentava sicuramente il desiderio di leggere per saperne di più, così come oggi le immagini filmate aumentano il numero di spettatori del giornalismo televisivo. L’evoluzione del computer ha influenzato profondamente tutte le altre tecnologie della comunicazione, facendone proprie, nello stesso tempo, tutte le potenzialità. All’inizio sembrava uno strumento riservato alle grandi organizzazioni e amministrazioni, alla ricerca scientifica e ai comandi militari. Negli anni Novanta, la rapida espansione della Rete ha trasformato il computer in una macchina accessibile a tutti, proprio come un qualsiasi altro elettrodomestico. Proprio perché elabora in forma digitale il linguaggio di tutti gli altri media, il computer è diventato il medium per eccellenza del XXI secolo. Oggi le connessioni a livello globale avvengono tramite computer. Con il facile accesso a Internet e alla posta elettronica molte forme di interazione personale sono diventate ‘virtuali’. Inoltre, l’esplosione della tecnologia digitale con le sue innumerevoli prestazioni fa temere i rischi insiti in un divario eccessivo tra informatici ‘ricchi’ e ‘poveri’, non solo a livello di persone, ma di nazioni. E’ una situazione gravida di conseguenze sotto il profilo economico, culturale e sociale, che fa appello alla responsabilità dei singoli come degli Stati. Conoscere, oggi come ieri, da la possibilità di elevarsi in una posizione di superiorità, avere accesso alle informazioni in modo costante e rapido, consente di vivere in modo sereno. I cittadini hanno il diritto di essere informati, non solo per conoscere gli avvenimenti del mondo ma per conoscere e appropriarsi di strumenti che sappiano “leggere” i loro territori, anche e soprattutto dal punto di vista ambientale.
Il progetto “Rilancio e Potenziamento dell’Osservatorio Ambientale: attuazione del catalogo dell’Osservatorio Ambientale e degli strumenti regionali per la gestione dell’informazione ambientale – Progetto ‘INDICARE’ (INDICizzazione della Criticità Ambientali Regionali)” va in questa direzione.Promosso da Farbas, Fondazione Ambiente Ricerca Basilicata, e destinato ad Arpab, Amministrazioni comunali e Regione Basilicata, si propone di realizzare una sorta di indicizzazione distribuita sullo stato delle componenti ambientali principali quali aria, acqua, suolo ed ecosistemi, nonché gli effetti sulle popolazioni esposte, sia in termini di stato della salute, sia dal punto di vista socio-economico. L’obiettivo del progetto consiste nella realizzazione di un catalogo delle informazioni ambientali della Val D’Agri e della Regione Basilicata. La sua attuazione passa attraverso una serie di obiettivi specifici, tra cui la realizzazione dei cataloghi delle informazioni ambientali della regione Basilicata, l’attivazione degli strumenti per l’informazione ambientale, l’applicazione del regolamento regionale in materia di accessibilità e diffusione dell’informazione ambientale, la ricognizione e l’analisi della qualità della vita e del benessere nell’Alta Val d’Agri e la pubblicazione dati su un portale web, accessibile a tutti.