Lucania
Al pellegrino che s’affaccia ai suoi valichi,
a chi scende per la stretta degli Alburni[…]
al nibbio che rompe il filo dell’orizzonte
con un rettile negli artigli, […]
a chi torna dai santuari […]
la Lucania apre le sue lande,
le sue valli dove i fiumi scorrono lenti
come fiumi di polvere.
Leonardo Sinisgalli
L’acqua ha sempre svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle prime civiltà antiche, localizzate lungo i grandi fiumi dell’Oriente: il Nilo per la civiltà egizia, il Tigri e l’Eufrate per le civiltà mesopotamiche, il fiume Giallo per la Cina, l’Indo e il Gange per l’India. I grandi bacini fluviali costituivano un’opportunità per la maggior fertilità del suolo e per la facilità dei trasporti, ma richiedevano un’organizzazione sociale più complessa, necessaria per gestire i conflitti per le risorse e per affrontare la costruzione e manutenzione di imponenti sistemi di irrigazione e di protezione dalle alluvioni. Il filosofo greco Talete associò l’acqua all’origine di tutte le cose, asserendo che la sua scorrevolezza fosse in grado di spiegare anche i mutamenti delle cose stesse. Nella maggior parte delle religioni l’acqua diventa simbolo di rinnovamento e di benedizione divina. L’attribuzione all’acqua di caratteristiche negative è molto più rara e recente. Nel XVI secolo, durante l’epidemia della peste, si pensò che l’acqua favorisse il contagio, “aprendo” i pori della pelle, attraverso cui si sarebbero infiltrati i presunti agenti patogeni. Sebbene l’acqua ricopra il 70.8% della superficie terrestre, la maggior parte non è utilizzabile direttamente, in quanto necessita di particolari trattamenti, diversificati a seconda dell’utilizzo a cui essa è destinata.
Con la Legge 183/89 il territorio nazionale è stato suddiviso in bacini idrografici. Questa innovazione legislativa nel settore della difesa del suolo è da ricollegare ai lavori della Commissione De Marchi (1966) che ha creato i presupposti per una visione più ampia e integrata dei problemi dell’assetto del territorio. La Legge 183/89 individua il bacino idrografico come “l’unità fisica inscindibile” su cui operare con azioni finalizzate alla tutela, difesa e valorizzazione delle risorse esistenti, l’area topografica (solitamente identificabile in una valle o una pianura) delimitata da uno spartiacque di raccolta delle acque che scorrono sulla superficie del suolo, confluenti verso un determinato corpo idrico recettore (fiume, lago o mare interno) che dà il nome al bacino .
La maggior parte dei bacini idrografici principali è formata dall’unione di più sottobacini, rappresentati dai bacini idrografici dei singoli affluenti del corso d’acqua principale. I bacini hanno tre gradi di rilievo territoriale: bacini di rilievo nazionale, interregionale e bacini di rilievo regionale. Da qui nasce la necessità di dar vita a un Ente, l’Autorità di Bacino, che assicuri il coordinamento di tutte le azioni sul territorio. Istituito con Legge 18 maggio 1989 n.183, si tratta di un organismo misto, costituito tra stato e regioni, operante sui bacini idrografici, considerati come sistemi unitari e ambiti ottimali per le azioni di difesa del suolo e del sottosuolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico e la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi, indipendentemente dalle suddivisioni amministrative.
L’Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata è una delle Autorità istituite a seguito dell’art. 13 della Legge del 1989, con un’intesa fra le amministrazioni regionali della Basilicata, della Puglia e della Calabria. L’ente gestisce il bacino idrografico dei fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni, Noce. Il territorio in cui opera ha una superficie di 8.830 kmq, suddivisi tra 72 comuni della provincia di Potenza, 31 della provincia di Matera, 7 della città metropolitana di Bari, 2 della provincia di Taranto e 6 della provincia di Cosenza. La sede amministrativa è a Potenza. Nel corso della sua attività l’Autorità di Bacino ha acquisito un consistente patrimonio conoscitivo, comprendente una notevole mole di dati e informazioni, che hanno consentito la strutturazione di un sistema informativo territoriale complesso (SIT), in continuo aggiornamento e implementazione. Gestisce inoltre le attività relative al portale cartografico realizzato nell’ambito del Progetto Operativo Difesa Suolo (PODIS) del Ministero dell’Ambiente.
La Basilicata, dunque, protegge il suo immenso patrimonio con azioni e progetti sui territori. “SIMBA“, il leone, colui che dalla sua “rupe” tutto controlla e difende, dà il titolo al progetto che prevede la realizzazione di un Sistema Integrato di Monitoraggio dei BAcini idrografici, Promosso dal Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val D’Agri e Lagonegrese, in collaborazione con il consorzio TeRn e l’Università di Basilicata, SIMBA ha l’obiettivo di progettare questo innovativo sistema, sia per pianificare interventi, sia per controllare lo stato di salute delle acque e dell’ambiente in Basilicata.