Paesi sui monti
Paesi della mia terra,
caparbiamente piantati
sugli aspri monti a sfidare
l’urto rabbioso del vento,
chiusi nel cerchio dei giorni
lunghi ed eguali, fermati
senza domani nel tempo […]
Terra chiusa
tra la roccia e i dirupi, noi che amiamo
l’ulivo che piantiamo nell’argilla
e il grano stento, conteso alla gramigna
e alla palude.
Giulio Stolfi – Giallo d’argilla e ginestre
In climatologia, con il termine cambiamenti o mutamenti climatici, si indicano le variazioni del clima della Terra, ovvero variazioni a diverse scale spaziali e storico-temporali, di uno o più parametri ambientali e climatici nei loro valori medi: temperature, precipitazioni, nuvolosità, temperature degli oceani, distribuzione e sviluppo di piante e animali. La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), utilizza il termine mutamenti climatici solo per riferirsi ai cambiamenti climatici prodotti dall’uomo e quello di variabilità climatica per quello generato da cause naturali. A partire dalla metà del XX secolo, la comunità scientifica attribuisce i cambiamenti climatici all’azione dell’uomo, sotto forma di alterazione dell’effetto serra. In particolare, secondo il 5° Report sui cambiamenti climatici dell’Intergovernmental (IPCC), il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile.
I mutamenti climatici hanno profonde influenze sulla società umana che deve confrontarsi con essi anche dal punto di vista economico e politico. L’Italia e il bacino del Mediterraneo sono identificati come uno degli “hot spot”, ossia una delle aree con il maggior impatto dei cambiamenti climatici. E’ quindi fondamentale che l’aumento medio della temperatura resti nei parametri dell’accordo di Parigi. L’accordo di Parigi (Dicembre 2015) è un intesa globale sui cambiamenti climatici, adottato da 195 paesi. E’ il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale, che si applicherà dal 2020, e definisce un piano d’azione globale, limitando il riscaldamento globale al di sotto dei 2ºC. Oltre la metà del territorio italiano è a rischio di degrado e le regioni con aree sensibili superiori alla media nazionale sono Basilicata, Marche, Molise, Sicilia, Sardegna, Puglia e Emilia Romagna.
La Regione Basilicata ha aderito al protocollo d’intesa internazionale Under 2 Mou (Subnational Global Climate Leadership memorandum of Understanding) per contribuire a ridurre i rischi derivanti dall’impatto dei cambiamenti climatici. Il protocollo d’intesa prevede un allegato specifico per la Basilicata in cui si definiscono con precisione obiettivi e azioni in sei aree tematiche: energia, trasporti, rifiuti, imprese ricerca e innovazione per il monitoraggio, agricoltura, risorse naturali. La Regione Basilicata ha portato avanti negli ultimi anni studi e progetti su questo tema e ha sviluppato le basi conoscitive per individuare le misure d’intervento, sia sul fronte della riduzione delle emissioni dei gas serra, anche attraverso la definizione di target e obiettivi regionali, sia su quello dell’adattamento, per ridurre la vulnerabilità della Basilicata di fronte agli impatti del cambiamento climatico. La Regione Basilicata continua il suo percorso con l’intento di definire un Programma di Azione per il Clima, un vero e proprio strumento di governance che permetterà di individuare gli interventi per ridurre al minimo gli impatti del cambiamento climatico sulla popolazione.
Il progetto “Telerilevamento ambientale” risponde pienamente a queste esigenze. Promosso dal Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’agri e Lagonegrese ha l’obiettivo di ottenere dati climatici per sviluppare sistemi di misure atti a svolgere campagne di confronto meteorologico e generare archivi di dati, al fine di potenziare le reti di monitoraggio e controllo della qualità ambientale, studiare ed implementare metodologie scientifiche per il monitoraggio dello stato di salute della copertura forestale e vegetazionale ricadente nell’area di competenza del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val D’Agri e Lagonegrese, al fine di individuare azioni di ripristino e tenere sotto controllo i fattori che indirettamente influenzano la salute della vegetazione. Il progetto è destinato alle popolazioni che vivono nell’area del Parco, ma può essere un punto di riferimento per l’intero territorio nazionale e internazionale, anche per le sue caratteristiche di replicabilità.