Una volta, nei tempi lontani, bambino, uscito un giorno dalla casa della mia nutrice Pellia, là nel monte Vulture, in Apulia, mi addormentai stancato dal gioco. Le colombe favolose mi coprirono insieme alle foglie novelle. Che meraviglia si sparse fino ad Acerenza, elevato nido di aquile, fino ai pascoli di Banzi e alle campagne vallive di Forenza, al sapere come io dormissi al sicuro dalle vipere nere e dagli orsi, col corpo ricoperto di mirti e lauri, fanciullo coraggioso, sotto la cura manifesta degli dèi”
Quinto Orazio Flacco, Carmi,IV,9-20
La Basilicata, Terra dalla cultura millenaria, teatro delle gesta di popolazioni che nei secoli si sono susseguite nel dominio di questo territorio. La leggenda vuole che il nome fosse dato da un popolo diretto verso Sud, verso il “Sole”, e che il nome Lucania indicasse quindi “Terra della Luce”. Il toponimo Basilicata è attestato la prima volta attorno al X secolo; il termine greco “Basilikos” era il nome con cui venivano chiamati i Governanti bizantini della Regione. Una tesi più accreditata fa derivare il nome dalla Basilica di Acerenza, il cui vescovo aveva la giurisdizione sull’intero territorio. Durante il periodo fascista si riprese il nome Lucania, ma con la nascita della Repubblica tornò a chiamarsi Basilicata.
Sito di Grumentum
Tanti sono i siti archeologici della regione, testimonianze di età preistoriche, della Magna Grecia, delle gesta dei Lucani come della grandezza romana. Lo spaccato sulle popolazioni della Basilicata antica si apre con i ritrovamenti della prima età del Ferro provenienti dall’Incoronata – San Teodoro e da Santa Maria d’Anglona quando, tra il IX e l’VIII secolo a.C., popolazioni indigene (Chones-Enotri) occupano le pianure della costa ionica della Basilicata. Nel corso del VII secolo sulla costa ionica si fondano le colonie greche. L’Enotria, la terra del vino, è quella parte della Basilicata che comprende le aree interne delle valli dei fiumi Agri e Sinni. Tra il IX e l’VIII secolo a.C. genti di stirpe Apula, occupano le colline che controllano la media valle dei fiumi Bradano e Basento stabilendo rapporti culturali e di scambio con i Greci. Tra la fine del V e la prima metà del IV secolo a.C. la parte settentrionale del territorio materano viene occupata dai Lucani, mentre le aree interne montuose della Basilicata settentrionale sono abitate dai Peuketiantes, genti ricordate dallo storico Ecateo di Mileto. Verso la fine del V secolo a.C. grandi trasformazioni segnano i territori dell’Italia meridionale. Gruppi di stirpe oscosannita occupano le città greche di Poseidonia e di Cuma. Nasce così, nel corso del IV secolo a.C., quella che le fonti antiche denominano “Grande Lucania”, divisa dopo il 356 a.C. in Lucania e Bruttium. Alla fine del IV secolo a.C. i Romani conquistano gran parte della Lucania.
Sito di Satrianum
L’importanza della ricerca archeologica in Basilicata e la varietà delle diverse situazioni sono ben esemplificate dal sistema dei Musei Archeologici Nazionali sul territorio, che comprende i musei di Matera, Metaponto e Policoro, dedicati rispettivamente alla preistoria del territorio murgiano e alle colonie greche di Metaponto e Siris-Herakleia, e i musei di Melfi, Venosa, Grumento e Muro Lucano, dedicati alle genti daunie e nord-lucane del Melfese, alle città romane di Venusia e Grumentum e alle ville romane del territorio potentino. Ubicato nella prestigiosa sede di Palazzo Loffredo, il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata è dedicato a Dinu Adamesteanu, “fondatore” dell’archeologia lucana. La Basilicata, dunque, si rivela sempre più luogo ricco di culture.
Tanti i progetti archeologici, supportati dalla Regione Basilicata, che negli anni hanno contribuito alla ri-scoperta di una Terra che continua a sorprendere.
Sito di Santa Maria di Anglona
Un progetto che ne incarna sicuramente in pieno la bellezza è Chora (Chorus of Resources Archeology) – Laboratori di Archeologia in Basilicata. Nato nel 2014, promosso dall’Università degli Studi della Basilicata, dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera – la cui direzione è affidata alla dott.ssa Francesca Sogliani – dall’Università di Roma Tor Vergata – Dipartimento di Scienze Storiche, Filosofiche Sociali, dei Beni Culturali e del Territorio – dall’École Pratique des Hautes Études de Paris. Il progetto ha partner di grande spessore culturale, nazionali e internazionali. Chora mira alla realizzazione di un progetto di comunicazione del patrimonio archeologico in Basilicata, attraverso un percorso di digitalizzazione dei dati e l’utilizzo dei sistemi open-data con l’obiettivo di allestire una Summer School nel territorio lucano.